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dc.contributor.authorBenegiamo, Marcello
dc.contributor.authorNardone, Paola
dc.date2014
dc.date.accessioned2018-02-19T23:42:11Z
dc.date.available2018-02-19T23:42:11Z
dc.date.issued2018-02-20
dc.identifier.issn1699-9495es_ES
dc.identifier.urihttp://hdl.handle.net/10612/7354
dc.description.abstractUscito a pezzi dalla pesante crisi finanziaria e industriale del 1907, che aveva messo a nudo i limiti della struttura economica del Paese, il capitalismo industriale italiano elaborò un programma, portato avanti fino al primo dopoguerra, che prevedeva l’instaurazione di un governo di tecnocrati. Questo avrebbe dovuto trainare il Paese fuori dalla crisi, pianificarne l’economia e trasformarlo in una grande potenza industriale, con forti connotazioni imperialistiche. Segnali in tale direzione si erano registrati anche nei decenni precedenti, tra fine Ottocento e inizi Novecento, quando ebbe inizio un processo di concentrazione nel settore siderurgico e meccanico. Un percorso peraltro stimolato dalle commesse statali sempre più consistenti (Galli Della Loggia, 1970; Battilossi, 1999; Amatori e Colli, 1999; Bolchini, 2002). La crisi industriale e finanziaria del 1907 e la recessione a livello mondiale che ne seguì, accelerarono la soluzione tecnocratica, che prevedeva un’alleanza, più o meno stretta, con una parte della classe politica e l’entrata in guerra. Negli anni immediatamente seguenti il conflitto, il potere dei tecnocrati sulla scena politica italiana sembrò accrescersi notevolmente, soprattutto quando il governo progettò un programma di espansione economica nelle regioni del Caucaso, nei Balcani e nel Levante ex ottomano, territori in grado di fornire materie prime e di assorbire la produzione italiana in eccesso rispetto alle richieste di un mercato interno asfittico. La collaborazione tra mondo imprenditoriale, bancario e politico non produsse il risultato sperato. La caduta del governo Nitti e il ruolo destabilizzante e filotedesco della Banca Commerciale Italiana nell’Est europeo e nel Caucaso furono tra le cause principali che impedirono il decollo del progetto tecnocratico, provocando una dura reazione da parte dei fratelli Perrone alla guida del gruppo Ansaldo.es_ES
dc.languageitaes_ES
dc.publisherUniversidad de Leónes_ES
dc.rightsAtribución-NoComercial-CompartirIgual 4.0 Internacional*
dc.rights.urihttp://creativecommons.org/licenses/by-nc-sa/4.0/*
dc.subjectEconomíaes_ES
dc.subjectFinanzases_ES
dc.subjectPolíticaes_ES
dc.subject.otherItaliaes_ES
dc.subject.other1907es_ES
dc.subject.otherCrisis económicases_ES
dc.subject.otherBancoses_ES
dc.titleTecnocrazia e politica in Italia dalla crisi del 1907 al Primo Dopoguerra = Technocracy and political crisis in Italy from 1907 till the early after World Wares_ES
dc.typeinfo:eu-repo/semantics/contributionToPeriodicales_ES
dc.identifier.doihttp://dx.doi.org/10.18002/pec.v0i19es_ES
dc.journal.titlePecuniaspa


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